All’inizio del secolo scorso, chi voleva un pò di musica “dal vivo” , poteva far appello a dei “complessini” che si prestavano per allietare festine e cerimonie varie. A Natale ad esempio i “sunadur” facevano il giro delle case per le tradizionali Pastorali al presepe , che finivano con un bicchiere di vino, una fetta di salame e, forse, due biscotti della nonna. In questa foto dei primi anni ’30 vediamo un gruppetto di amici di Cologne , in posa con i loro strumenti . Il primo da destra è mio zio Carlo, col violoncello che si era costruito da solo. Anche mio padre e un altro fratello, essendo falegnami, gli strumenti se li facevano nella bottega e, sempre “in casa” trascrivevano a mano , con la penna e il pennino, gli spartiti per i valzer e le marcette del loro repertorio . Era un mondo semplice e povero ma chi amava la musica sapeva donare un pò di allegria anche agli altri. (Foto e descrizione di Luisa Lamberti)
“…Era un mondo semplice e povero ma chi amava la musica sapeva donare un pò di allegria anche agli altri.” Ottima descrizione Luisa !!!
Sto cercando di ricordare l’ultima volta che ho visto dal vivo un fiasco di vino ma non ci riesco; esistono ancora? 😉
A Lonato sopravvive la piccola band della Pastorella, che nei giorni prima di Natale gira in paese suonando musiche natalizie e la sera della Vigilia suona in piazza sotto l’albero, anche dopo la Messa in Duomo…
Oggi 22 novembre è la festa di S. Cecilia patrona dei musicisti e anche questi “sunadur” la celebravano facendo un pò di baldoria ; ancora oggi , al mio paese, la celebriamo con la Corale cantando la Messa in suo onore. Le tradizioni vanno conservate…..
Bellissimo!! Fare conoscere ai giovani, quanto si era felice con poco!! Non si era mai soli
L’epoca in cui si sapeva ancora apprezzare la semplicità delle cose …